Programmatica

Avendo deciso di dirottare su Crypto Cypher Phil Palm Beach (da oggi CCPPB) un po’ tutte le mie annotazioni in forma di vero e proprio articolo longform, resta da capire come usare questo blog. Ho qualche idea, ovviamente confusa. Vorrei svilupparla lungo una dimensione fortemente esperienziale. Una volta si diceva know how.

Diario 1 Febbraio 2025

Inizio la compilazione con una lista di nomi, che in realtà riporta un solo nome: Twyla Tharp. Mi piacerebbe leggere il libro The Creative Habit. Peraltro, costa pochissimo su Amazon. Si tratta certamente di un classico della creatività “alla statunitense”, quindi in qualche modo devo metterci le mani.

Execution, execution, execution… Mi piace pensare a questo vecchio adagio della formazione. Da applicare, sempre di più. Con oggi inizia la mia challenge. Utilizzare lo schema SMART e intraprendere un percorso di esecuzione creativa. Idee da mettere in pratica oggi.

Riconosciuto Grafico del Web

Arrivato ora a sancire le mie passioni grafiche online…

Fanno sempre piacere queste gratuità. In ogni caso, sì, con Canva ho fatto veramente un sacco di cose. Design per le masse, si direbbe. Ancora una volta ho saccheggiato un celebre album della memoria storica musicale.

Verde Metro Parisien

La casa francese J. Herbin, storica produttrice di inchiostri stilografici, ha messo sul mercato una serie di prodotti che vanno a celebrare Parigi e le sue iconiche architetture. Tra questi, sono rimasto particolarmente affascinato da questo verde Metropolitain, che rende omaggio alle decorazioni floreali e Art Nouveau tipiche delle entrate in metropolitana.

L’amico Stilorso ha dedicato a questo specifico inchiostro una degnissima e articolata presentazione, con tanto di recensione tecnica e prova di scrittura.

Il verde in questione fa parte della grande famiglia dei “viridian”, con tonalità tipiche dello smeraldo. In sostanza, un verde con una leggera tendenza al blu, fortemente differenziato dalle tonalità oliva o avocado che invece virano sul giallo. La tinta mi affascina soprattutto perché è effettivamente retrò, e ricorda perfettamente il verde ossidato di questi virgulti metallici così tipici di un’epoca.

Una parte di me è ancora legatissimo a queste memorie storiche. Associo queste sensazioni a una città italiana ovviamente ben diversa da Parigi, che però, verso la fine degli anni Ottanta, regalava a me ragazzino le stesse impressioni estetiche: parlo di Salsomaggiore Terme e del suo rigoglio ormai perduto, che mi vedeva assiduo frequentatore vacanziero delle Terme Berzieri, tra gli affreschi di Galileo Chini e le folle che si muovevano tra cocktail, musica pianistica e vapori benefici.

Essendo un amante delle “combo” tra stilografica e relativo inchiostro, ho deciso di celebrare l’incontro tra antico e moderno inserendo questo verde in un modello a sua volta iconico: la tedesca Lamy Safari (design 1980), nella versione Vista (ossia trasparente). Il connubio rende l’idea di due tempi che si incontrano: uno effettivamente remoto, l’altro comunque nostalgico e a suo modo già entrato in una logica archeologica.

Che dire. Mi è venuta voglia di un boccale d’assenzio…

Programmi Programmatici

Ho deciso di mantenere separate le mie attività nel web.

Da un lato le cose antiche, analogiche, o legate alla tecnologia 1.0 in tutte le sue persistenti forme, che saranno tutte stivate nei miei luoghi della Vivaldi Community, vale a dire Palmbeach Blog e Palmbeach Mastodon. Dall’altro lato, ossia lungo la direttrice della modernità, del presente, del caos digitale in ogni sua forma, tutto il resto: (questo) WordPress, BlueSky, Mastodon Social… In questo ambito non ho intenzione di essere forzatamente moderno. Anzi, sarò esattamente quello che sono: una persona costantemente oscillante tra nostalgia e presente.

Resta fuori il mondo Twitter/X, che vorrei tenere sostanzialmente separato in una bolla con Medium. Non chiedetemi perché.

Infine, l’ambito più seriamente anarchico, che vorrei relegare all’isola Crypto Cypher su Noblogs. Direi che questo è quanto…

Diario 21 Gennaio 2025

Ho iniziato la mia giornata con questo appunto manoscritto sull’idiocrazia. L’appunto, a ben vedere, era iniziato con alcune considerazioni sul tempo, sulla settimana, sul non riconoscere il giorno della settimana, ovvero su un tempo che ormai non si fa più riconoscere nei suoi ritmi atavici.

Continuo la lettura di Magia Rossa. Milano mi appare nella sua identità anni Ottanta, piena di Risorgimento da un lato e di rivoluzione industriale dall’altro. La civiltà delle macchine, oggi sostituita dall’inciviltà dell’intelligenza artificiale. Gli autori molto attivi in quel periodo sono da riscoprire: c’è dentro la narrativa popolare, il fumetto, ovviamente una politica ormai scomparsa da decenni. Alcune cose mi interessano molto, altre per forza di cose non mi interessano più, e mi rendo conto che gran parte del problema politico attuale è che a certuni continuano a interessare tali e quali. Assurdità.

Mi è venuto in mente uno slogan per questo specifico blog. Un blog rigorosamente 1.0…

Riflessioni sull’intellettuale e sul consenso. Mi riferisco a conversazione storica (andata in onda entro un contenitore del servizio pubblico che esisteva in Italia negli anni Settanta, tanto per rimarcare l’attuale declino) tra Arbasino (moderatore), Moravia e Sanguineti.

Ormai ho deciso. Utilizzerò questo blog come succursale rigorosamente arcaica (telematico arcaica, direi) per le mie elucubrazioni su carta, elettronica e analogica. Finalmente ho trovato un problema per la soluzione…

Acquistata combo stilografica. Credo interessante… Unisco alla cosa anche delle considerazioni generali sulla creatività portatile.

Diario 20 Gennaio 2025

Mi sono rimesso a leggere libri rigorosamente cartacei. Da tanto, da troppo non lo facevo in modo sistematico. Peraltro faccio ancora fatica a ritagliarmi il tempo necessario, un tempo che sia opportunamente dimensionato, senza frastuono, senza continue distrazioni e richieste. (Facile a dirsi…)

Ho pensato a gennaio come al mese “cartina al tornasole” dei buoni propositi. Come diceva Brian Eno nel suo celebre diario, per fare una cosa bisogna andare oltre il 6 gennaio.

Riflessioni sul bianco e nero. Su un mondo più semplice ed essenziale, che possa accogliere la complessità senza essere troppo complesso, ovvero caotico e sovraffollato come il nostro. L’idea è di usare questo blog come scatola dove mettere tutto ciò che è antico: una sorta di “ponte 2.0” per arginare il baccano del 3.0 in tutte le sue forme.

Ho comprato due cover per mini notes. Funzionano alla grande. Ho notato che i quaderni Clairfontaine Age Bag ci entrano perfettamente. Creano una sorta di standard, di combo perfetta. Vorrei completare il tutto con una penna broad Faber & Castell.

Una nuova passione: i manoscritti, segno di un’epoca e di una sensibilità di ricerca, oggi evidentemente dimenticata o quasi. Ma anche la carta, in generale; i fogli raccolti in cartelle, le pile, la brossura messa insieme con una colla che finisce per diventare come ovvio vetusta, e sfida il tempo con giustificabile incertezza. Ecco dunque lo scricchiolare delle aperture, che mette il lettore al cospetto della devozione alle tecniche di conservazione attenta, tipiche dei musei e delle biblioteche.

Un mondo affascinante e dimenticato.

Cacciatore di Memorie Cartacee

I libri sono dei divertenti piccoli pezzi portatili di pensiero.

Susan Sontag

Era il mondo delle grandi librerie, ora scomparse. Le pile di libri troneggiavano lungo i labirinti che accoglievano, specie durante le torride estati tipiche del Nordest, il cliente annoiato e curioso, aperto a qualsiasi fugace lettura. Ecco dunque affiorare i generi, all’epoca in grado di costruire mondi veri e propri, e l’esoterismo delle colossali collane dedicate, in mezzo a una miriade di classici antichi e moderni, locali e planetari.

La comunicazione one to many a mio avviso sta riscontrando alcune aporie di base, che vengono scontate sia all’interno del Web che nel mercato circostante, come per esempio nell’editoria classica. Non so come descrivere la fenomenologia: in generale mi pare che la comunicazione caotica della Grande Rete stia inquinando un po’ tutto, relegando la qualità al mercato sotterraneo della memoria.

Sulla scia, diciamocelo chiaramente, di questa vena nostalgica, ho deciso di proseguire nel mio setaccio alla ricerca di capolavori dimenticati, edizioni storiche, pagine ingiallite (oppure incredibilmente conservate per effetto di una protezione di cellophane rimasta intatta nonostante gli anni), memorie grafiche di copertine fatte a mano (ricordiamo la grandezza di un Karel Thole, solo per citare un esempio iconico), e così via. Una vera e propria archeologia.

La dimensione della lettura allude ormai a uno spaziotempo impossibile, o almeno difficilissimo da realizzare. La nostra esistenza è frenetica, obbligata alla distrazione, contaminata da voci sempre più moleste e assoggettata a orizzonti temporale angusti e inadeguati. Ma io continuo a cercare materiali, convinto che prima o poi riuscirò a goderne.

Appunti da una Sessione Creativa

La parola di oggi è superdraft. Il neologismo allude all’idea di una bozza perpetua, o meglio di un laboratorio di testi occulti che vengono elaborati in tempi protratti, per poi essere pubblicati tutti in una volta. Una sorta di contrario della letteratura d’appendice, in questo caso applicata al blogging.

Quanto alla post-it mania suscitata da Nick Eagleton, credo che sia una delle cose che maggiormente dovrò sviluppare. La questione è concreta: un desktop puramente elettronico non basta, sta stretto, è scomodo. D’altra parte, non mi piace l’idea di un muro di casa adibito a bacheca. Non rientra nei miei canoni estetici.

Concludo il Dune di Villeneuve

Il film di ieri sera: Dune – Parte Due, degnissima continuazione del già bellissimo primo episodio visto qualche tempo fa.

Considerazioni su letteratura di genere e cinema. Di fatto, Il Signore degli Anelli è il grande “parallelo” che viene in mente pensando a questo. Con la differenza che se l’ormai storicizzata trasposizione della grande opera di Tolkien proprio non mi è piaciuta, questo Denis Villeneuve ha invece diretto (microbici dettagli a parte) un capolavoro, o come minimo un film troppo diverso e superiore rispetto ai suoi presunti simili per non essere identificato in un netto, sconcertante salto di qualità.

Il film è appunto profondamente letterario, in grado di veicolare non dico in scala uno a uno, ma con estrema fedeltà, la natura iconica e simbolica di questa grande pietra miliare della letteratura di genere. Per una volta non abbiamo la solita azione, i soliti combattimenti cuciti insieme dalla retorica a base di grafica computerizzata e ruoli stereotipati. Dentro questa scatola percettiva ci sono intuizioni, respiri, domande, scenari che rispondono a precise indicazioni ben oltre l’estetica e giungono a intercettare autentiche architetture intellettuali.

Non siamo logicamente ai livelli psichedelici (almeno sulla carta) della “pellicola mancata” di Jodorowsky, ma di certo Villeneuve quei materiali li ha letti e approfonditi più volte.