Acque Mondi e Business

Una gita alle risorgive del Bacchiglione. Posti belli da vedere nei dintorni di Vicenza, insomma. Ne parlo in un articoletto con gallery fotografica su Palmbeach.

Ho ripreso a leggere il ciclo di Dresden Files. Carino, molto carino.

L’intuizione dell’autore è vincente, e si esprime in una commistione — oggi si direbbe mashup — molto precisa ed efficace: descrivere eventi perfettamente calati nel genere urban fantasy, con magie, stregoni, vampiri e lupi mannari, attraverso una voce narrante in prima persona che ricorda in scala uno a uno le narrazioni hard boiled del poliziesco statunitense, ironia compresa.

Sono al secondo titolo della saga, e il tizio, un mago investigatore nella moderna Cicago, mi piace molto.

Dai libri, nei primi anni Duemila, è stata tratta anche una serie televisiva niente male, che ho visto interamente su Pluto TV. Il protagonista — il classico investigatore squattrinato dal buon cuore e la seduzione facile — non ha nulla a che fare con l’iconografia delle relative copertine libresche, che trasuda un pulp senza confini. (Anzi, a ben vedere il protagonista è identico a un mio amico d’infanzia… Ma questa è un’altra storia.)

Nel frattempo, il mio mestiere mi sta portando sulla direttrice del Business Aware Design, disciplina che sto ampiamente rispolverando attraverso un corso di perfezionamento very very cool. Ho anche ripreso in mano strumenti digitali come Miro e Milanote, secondo me perfetti per questo genere di — definizione assolutamente personale — progettazione sinottica.

E questo è quanto.

Vi assicuro che è sputato identico…

Cacciatore di Memorie Cartacee

I libri sono dei divertenti piccoli pezzi portatili di pensiero.

Susan Sontag

Era il mondo delle grandi librerie, ora scomparse. Le pile di libri troneggiavano lungo i labirinti che accoglievano, specie durante le torride estati tipiche del Nordest, il cliente annoiato e curioso, aperto a qualsiasi fugace lettura. Ecco dunque affiorare i generi, all’epoca in grado di costruire mondi veri e propri, e l’esoterismo delle colossali collane dedicate, in mezzo a una miriade di classici antichi e moderni, locali e planetari.

La comunicazione one to many a mio avviso sta riscontrando alcune aporie di base, che vengono scontate sia all’interno del Web che nel mercato circostante, come per esempio nell’editoria classica. Non so come descrivere la fenomenologia: in generale mi pare che la comunicazione caotica della Grande Rete stia inquinando un po’ tutto, relegando la qualità al mercato sotterraneo della memoria.

Sulla scia, diciamocelo chiaramente, di questa vena nostalgica, ho deciso di proseguire nel mio setaccio alla ricerca di capolavori dimenticati, edizioni storiche, pagine ingiallite (oppure incredibilmente conservate per effetto di una protezione di cellophane rimasta intatta nonostante gli anni), memorie grafiche di copertine fatte a mano (ricordiamo la grandezza di un Karel Thole, solo per citare un esempio iconico), e così via. Una vera e propria archeologia.

La dimensione della lettura allude ormai a uno spaziotempo impossibile, o almeno difficilissimo da realizzare. La nostra esistenza è frenetica, obbligata alla distrazione, contaminata da voci sempre più moleste e assoggettata a orizzonti temporale angusti e inadeguati. Ma io continuo a cercare materiali, convinto che prima o poi riuscirò a goderne.