
L’Asso di Bastoni, nel novero degli Arcani Minori, rappresenta una forza creativa che si manifesta nella sua unicità quasi prodigiosa. Personalmente conosco come ovvio il mazzo classico dei Tarocchi, detto “di Marsiglia”, certamente il più antico e connesso all’originario gioco poi trasmutato in divinazione. Io però preferisco il mazzo Rider-Waite, che si caratterizza per un’atmosfera primonovecentesca più sassone, certamente esoterica, ma con un pizzico di modernità in più.
Ace of Wands in questo caso appare come un bastone del potere che affiora dal nulla, sullo sfondo di una landa essenziale e solitaria. Lo sbuffo di fumo è magia inaspettata, singolarità, guizzo artistico che spiazza.
Ho iniziato, ovvero ricominciato a usare i Tarocchi come scandaglio unito ad altri miei strumenti di frameworking, come ovvio molto diversi: nello specifico, mazzi di carte per public speaking, per il Business Aware Design, o per la scrittura di nonfiction e per lo storytelling.
I Tarocchi però hanno un fascino tutto loro, che parla alla profondità dell’istante in cui una buona domanda viene formulata. I Tarocchi germogliano e guidano come catalizzatori potenti, che non dicono nulla di nuovo, ma che fanno percepire ciò che non si percepisce o intuisce subito.
Mi induce in questo caso a osare, ovvero a cambiare rapidamente registro, battendo questa via in modo metodico e convinto. Le vie possono essere molteplici, tutte scandite dalla stessa originaria intuizione: il bastone del potere agisce come tramite magico tra noi e il mondo. Non voglio più vedere il mondo nel suo mimare poteri inesistenti. Al contrario, voglio espellere ogni mio pensiero senza farmi lambire da automatismi. Gli imbecilli, se in maggioranza, non provano vergogna. ma restano imbecilli.