Dark EU

La questione è semplice e lineare: l’Unione Europea, con la (solita) scusa della sicurezza dei cittadini, intende riproporre un suo piano per il controllo totale delle comunicazioni personali. Della serie, non bastavano le CBDC (euro digitale), non bastava l’economia genuflessa a decadenti poteri forti comandata non si sa bene da chi… Ora è la volta di una vera e propria organizzazione segreta stile P2 che, in maniera assolutamente sfacciata, oscura i nominativi dei suoi membri avendo molto a cuore la loro privacy, e un po’ meno quella dei cittadini.

In sostanza, un crimine legalizzato dall’alto per combattere un presunto crimine dal basso, laddove l’obiettivo da colpire sarà addirittura la crittografia.

Video da vedere, da cima a fondo…

A questo punto, l’idea stessa che queste faccende siano una questione politica diventa assurda, come assurda la pretesa di bloccare qualcuno che ha il potere di agire attraverso raccolte firme e altre idiozie che il potere lo mimano solo sulla carta, tanto per dare lo zuccherino drogato a chi pensa di contare qualcosa.

La faccenda assume ora una configurazione operativa del tutto diversa e alternativa rispetto a quello che abbiamo visto fino ad oggi, almeno a livello mainstream. Serve agire, non già mendicando il diritto alla privacy, quanto capendo che a monte la questione dell’anonimato è solo una reazione spicciola alla ben più estesa questione del potere.

La gente pretende privacy e anonimato solo perché c’è qualcuno che ha il potere di agire contro qualcun altro. Se questo potere fosse sabotato da un contropotere sufficientemente efficace, allora la privacy sarebbe un contorno, un surplus, e le persone potrebbero tranquillamente agire col proprio nome e cognome.

Dal mio punto di vista la questione è semplice. Strumenti come Bitcoin e affini si stanno rapidamente diffondendo, e il sistema finanziario basato sul debito e sul potere delle banche centrali si sta incazzando di brutto, scorgendo all’orizzonte la possibilità di una sua messa in seria discussione. Siamo agli inizi, certo. Ma già a questo livello il sistema sta mettendo le mani avanti, e queste sono le manifestazioni chiare di tale agitazione.

Paradossalmente, credo che la reazione a tali dinamiche debba essere di tipo soft. Piazze e picchetti abbiamo ormai (spero) capito che non servono a nulla, se non a irritare un popolo ormai formato da analfabeti funzionali. Il voto? Certo, un sistema politico può essere più o meno favorevole alla civiltà nel suo senso più pieno. Ma ormai siamo lontani dagli stati sovrani nati da costituzioni attive e portati avanti da gente meritevole e illuminata. La corruzione, più o meno, è al potere ovunque, e il caos mediatico rappresentato dall’overloading informativo (e disinformativo) nella Grande Rete mette in scena un mondo ormai allo sbando, che può solo peggiorare.

L’ulteriore paradosso è che si dovrebbe tornare a fare a meno della tecnologia di iper-comunicazione personale, limitandola all’essenziale. Piuttosto, usiamo le reti per gestire una nuova economia a base Bitcoin. Per il resto, abbandoniamo completamente lo zapping catatonico, i fuffaguru, le applicazioni scammer che promettono guadagni immediati, l’editoria spazzatura fatta da agenti AI che mirano solo a mendicare un click pubblicitario.

Quanto alle comunicazioni personali, che dire: torneremo alla carta e alla penna stilografica. La prospettiva, peraltro, non sembra neppure così malvagia.